Queste formazioni rocciose sono probabilmente le parti di mondo più antiche che esistono, formatesi milioni di anni fa, quando la Terra non aveva ancora la conformazione che conosciamo. Si pensa addirittura che il Roraima sia stato parte di una lunga catena montuosa che svettava al centro del supercontinente Gondwana, quando il Sud America e l'Africa erano uniti.
Nel corso delle ere l'erosione ha lasciato i tepuy come isole dalle pareti verticali, praticamente inaccessibili e completamente separate dal resto del mondo. Ognuna di queste montagne è un piccolo universo a sè stante, con proprie fauna e flora e un proprio microclima.
Roraima è il più famoso dei tepuy, il suo nome per gli indigeni è traducibile più o meno con "la madre di tutte le acque" perchè dalle cascate che precipitano dalle sue pareti svettanti nella savana hanno origine i corsi d'acqua della zona.
Roraima è un mondo fuori dal mondo.
Raggiungere la sua sommità non è una semlice escursione. E' un'esperienza di vita.
Giorno 0 - Santa Elena de Uairen
Arriviamo a Santa Elena de Uairen con il bus notturno da Ciudad Bolivar. Si tratta di un lungo tragitto intervallato da numerose quanto spiacevoli fermate nel cuore della notte ai vari posti di blocco della Guardia Nacional. In circa 600 km o poco più veniamo fermati 5 o 6 volte per permettere a solerti ragazzoni in uniforme (rigorosamente armati con fucili da guerriglia!) di controllare, o far finta di controllare, i documenti dei passeggeri. All'altezza di San Ignacio de Yuruanì, poco lontano dalla destinazione finale, tutti quanti dobbiamo scendere dall'autobus per farci perquisire i bagagli, uno per uno, in fila indiana.
Santa Elena è, infatti, l'ultima cittadina del Venezuela sull'unica strada che conduce a Boa Vista, in Brasile, e i controlli anti-contrabbando sono serrati. Ci raccontano che il controllo maggiore è però relativo alla benzina, che in Venezuela costa molto meno di qualsiasi altra cosa (abbiamo visto con i nostri occhi fare un pieno da 50 litri e pagare 3,5 bolivares, cioè qualcosa come 35 centesimi di euro! tanto per fare un paragone 1 litro d'acqua costa 5 bolivares!).
Ad ogni modo, arriviamo a Santa Elena dopo 12 ore di viaggio, aspettiamo Frank, che viaggia su un altro autobus, e insieme a lui andiamo a lasciare i bagagli in una posada vicina al centro. Dopo un breve giro in paese (c'è poco da vedere) e dentro il mercato cittadino (interessante) ci ritroviamo con Frank al baretto vicino la posada e ci presenta suo nipote, che chiameremo confidenzialmente Livio, per la somiglianza che assumerà qualche ora più tardi, quando lo troveremo completamente ubriaco, con una nostra vecchia conoscenza di origini campane, risalente a una mitica estate santamarinellese di tanti e tanti anni fa.
Chiacchieriamo a lungo con Frank scolandoci una dozzina di birre, scoprendo sempre di più quest'uomo che si rivela sempre più un grande uomo, peccato soltanto per la dipendenza dalla cervezita... E' originario di una famiglia indigena della Guayana, lo scopriamo quando comincia a parlare col nipote, anch'egli guida turistica per il Roraima, in una lingua fatta di schiocchi di lingua e consonanti a raffica. Ama le donne (avreste dovuto vederlo mentre cercava di attaccare bottone con delle ventenni russe), ha vissuto per un periodo a Monaco di Baviera, ha contribuito a mettere al mondo 9 anime e soprattutto è simpatico ed è un vero piacere starlo a sentire.
Anche lui ci prende subito in simpatia, come sta succedendo con quasi tutti quelli con cui abbiamo a che fare, guide soprattutto.
Quando lasciamo il baretto siamo abbastanza andati e ci rechiamo di corsa a mangiare (pescado de rio) mentre Frank e il sobrino rimangono lì a tracannare birra.
Dopodichè un sonnellino.
Usciamo di nuovo dalla camera solo per andare a cenare e comprare una bottiglia di ron (3 euri al litro!!) da portare sul monte per combattere il freddo notturno e ritemprare le membra stanche. A cena scopriamo la caraota negra, il classico fagiolo nero che non avevamo mai assaggiato prima e che si rivela un ottimo contorno (tant'è vero che qualche giorno dopo ne compreremo un pò per cucinarcelo e un pò da spedire a casa!!).
Dopo cena torniamo verso la posada e vediamo sotto un lampione aggirarsi questi due tipi loschi e sbarellanti... avvicinandoci le sagome ricordano sempre di più Frank e il suo sobrino Livio, che ormai hanno in corpo più birra che sangue. Frank biascica, cercando di spiegarci che ha un problema con altri turisti che dovrebbero aggregarsi l'indomani al nostro gruppo (due tedeschi che hanno perso il bus) ma il vero spettacolo ce lo offre Livio: non si capisce un cazzo quando parla e fissa tutte le ragazze che incontra per la strada con la faccia da psicopatico pervertito (proprio come Livio!). Naturalmente io e Giuliano ci ammazziamo dalle risate!
Offriamo l'ultimo giro di birre e così Frank è costretto a rinchiudere a chiave il povero nipote nella sua stanza, visto che ormai stava sbavando sul bancone con la testa a penzoloni. En la cama! Vamos!
E dopo averlo sderenato, Frank ci dice che non vuole che suo nipote beva!
A questo punto ci ricordiamo le parole di Livio di qualche ora prima (e soprattutto qualche birra prima!), che suonavano più o meno così: bere è divertente, però il giorno dopo...
La Plaza Bolivar di Santa Elena de Uairen |
Giorno 1 - Da Santa Elena de Uairen al campamento del rio Kukenan
Buongiorno e ci ritroviamo fuori della posada ad attendere il 4x4 che ci trasporterà fino al pueblo di Paraitepui, ultimo centro abitato raggiungibile su ruote sul cammino verso il Roraima.
Conosciamo i nostri primi 4 compagni di viaggio: Futoshi, ovvero Grande Samurai, per gli amici solo Toshi, simpaticissimo (un vero spacco) ragazzo giapponese che sta facendo il giro del mondo con la moglie, che però è rimasta a Ciudad Bolivar spaventata dal lungo cammino; June e Toshico (che si pronuncia quasi come la nostra parola "tossico" e quando spieghiamo a Toshi che significa si ammazza dalle risate), altra coppia giapponese; Alexi, il russo impazzito, ci sarà poi modo di capire perchè impazzito.
Partiamo con il 4x4 ma subito dobbiamo tornare indietro perchè Frank si è scordato di prendere le provviste, ancora con i postumi della sbronza di ieri sera...
Ripartiamo alla volta di San Francisco de Yuruanì, dove ci stanno aspettando gli altri due camminatori Gregor (che ho appena scoperto che si chiama così dopo averlo chiamato Karl per tutta la settimana...) e Rebecca, coppia tedesca di Stoccarda che sta viaggiando per tutto il Sud America; e soprattutto due degli innumerevoli figli di Frank, che saranno gli instancabili portatori e cucinieri del nostro viaggio, escluso Alexi, che da buon russo decide di fare tutto da solo, comprarsi la comida (scatolette), non cucinare, montarsi la tenda, ecc. ecc.
A questo punto siamo pronti per andare a Paraitepui, ci vogliono circa 40 minuti di strada sterrate e sconnessa, che è un piccolo villaggio rurale dove prepareremo le provviste, le tende, i sacchi a pelo (termine che fa tanto ridere Frank) e faremo colazione.
Dopodichè: pronti e VIA!
Il primo giorno di cammino consiste nell'attraversamento di un tratto di savana sotto il sole di circa 16 km, tutti in sali-scendi, sali-scendi, sali-scendi... soprattutto la prima salita che incontriamo è abbastanza impegnativa, in particolare per Frank, che ancora non si è ripreso dalla troppa birra di ieri e accusa subito la stanchezza, cominciamo bene! Invece di guidarci siamo noi che dobbiamo preoccuparci per lui e fermarci ogni tanto ad aspettarlo mentre arranca in fondo al gruppo...
Superato questo primo scoglio appare sullo sfondo la nostra meta, lontanissima e apparentemente irraggiungibile: il Roraima, affiancato dall'altro tepuy Kukenan.
In cammino nella savana |
Sullo sfondo, piccoli piccoli, il Roraima (a destra) e il Kukenan (a sinistra) Lo zaino purtroppo bisogna portarselo sulle spalle |
Frank y su hijos |
Gli ultimi due fiumi, il rio Tek e il rio Kukenan, però, devono essere guadati con l'acqua al ginocchio, ma questo non ci spaventa, anzi! Con tutto quel sole e quel sudore speso una bella rinfrescata ci sta proprio bene!
Guadando il Kukenan |
Verso l'ora del tramonto arriviamo al campamento subito a monte del rio Kukenan, si tratta di una piazzola su cui piantare le tende che ha anche una piccola "casetta" di fango col tetto di paglia sotto la quale ripararsi dalla pioggia e mangiare su tavolacci di legno gli spaghetti alla bolognesa (!) preparati dai muchachos. Un pò di ron per riscaldarsi facendo due chiacchiere alternando inglese italiano spagnolo un pò di giapponese e un pò di russo e poi a nanna dentro la tenda, non prima di aver dato un'occhiata alle stelle, che da qui, dove è completamente buio e il cielo è limpido, tolgono il fiato per lo spettacolo che offrono!
Giorno 2 - Dal campamento Kukenan al Campo Base
Sveglia temprano, verso le sei, desayuno con uova pomodoro cipolle e pane fritto, passeggiata in mezzo al prato per lasciare un ricordino, e via, prossima tappa.
Il secondo giorno si presenta più impegnativo di ieri, il sole battente lascia il posto a una pioggia che ci accompagnerà per tutto il cammino e il cielo è cupo e coperto. Oggi non si vedono i tepuy in lontananza e l'atmosfera, a causa della stanchezza, è abbastanza pesante per buona parte della mattinata.
Il percorso è più breve, saranno forse 5 km o poco più, ma tutti in salita, salita sconnessa su sassi e pietre che rendono il passo lento e complicato.
Per almeno un paio d'ore il gruppo procede silenzioso e ansimante, finchè non arriviamo alla quebrada de puta, così chiamata perchè gli uomini che bevono la sua acqua più volte riceveranno dalle proprie donne una coppia di gemelli, quando il sole fa capolino dietro le nuvole e la vetta del tepuy si lascia guardare, apparendo adesso quasi quasi vicina... e il morale torna velocemente alle stelle.
Voltandosi indietro a guardare la savana sottostante, al momento di affrontare l'ultima salita, è uno spettacolo per gli occhi e per il cuore: siamo saliti parecchio e la vista spazia fino all'orizzonte sul pianoro ondulato dalle colline. Si vede il sentiero che abbiamo percorso fino a qui e ci si comincia a sentire stocazzo!
Raggiungiamo il campo base, situato proprio alla base del Roraima e ci si para davanti questa parete verticale, che sale in mezzo alle nuvole, e lo spettacolo vale tutta la fatica fatta fino a qui.
Con Toshi |
Il campamento è ancora più rozzo di quello di ieri, solo quattro pali coperti da un telo di plastica e un altro spiazzo per le tende.
Tutto intorno rovi di more, che non mancheremo di raccogliere e mangiare, e paesaggi fantastici, il Roraima di fronte, il Kukenan di lato e la Gran Savana dietro di noi.
Lasciamo gli zaini e andiamo a rinfrescarci in una pozza d'acqua gelata situata poco più avanti, dopo pranzo un breve sonnellino e al risveglio troviamo il cielo completamente terso, il che permette di ammirare la nostra meta in tutto il suo splendore e la sua maestosità.
Il batticuore comincia a essere forte.
Anche Frank oggi sembra essersi ripreso, nonostante non sia ancora in grado di mettersi in testa al gruppo.
Trascorriamo il pomeriggio tra le suddette more e le fotografie scattate a bocca aperta ai tepuy che ci troviamo a pochi passi, di cui proponiamo un assaggio.
Dopo aver mangiato, come tutti i giorni molto presto rispetto alle nostre abitudini "italiane" (alle18 abbiamo già bello che finito), ci godiamo il tramonto. Dopodichè il buio cala sempre più intenso.
Ma bastano pochi altri minuti che ecco dinnanzi a noi i tepui dissolversi oscurati dalle tenebre e lasciare il passo al nuovo spettacolo notturno che ci lascia incantati per un bel pò prima di riuscire a rientrare e chiudere la tenda: la miriade di stelle che si stagliano sopra le nostre teste!
Giorno 3 - Ascesa
Il terzo giorno, quello che ci porta finalmente a raggiungere la sommità del Roraima, è naturalmente il più duro di tutti: saliamo di circa 1300 m di quota in poco più di 4 ore, attraversando un tratto di bosco umidissimo e soprattutto il punto più difficile dell'intero percorso, che sarebbe più corretto definire scalata su roccia piuttosto che cammino... Il tutto sotto una pioggia incessante, che ci appiccica addosso le magliette inzuppate e i capelli fradici, sporchi di fango, sudati ed estremamente provati dai due giorni precedenti.
Pronti per affrontare la pioggia |
Si comincia a salire! |
Parete del Roraima: raggiunta! |
Il percorso è tutto un susseguirsi di sassi e radici e tronchi d'albero che vanno scavalcati.
L'ultimo tratto mette a dura prova la nostra resistenza e il nostro morale, c'è una nebbiolina che non ci permette di vedere dove andiamo e quanto manca per arrivare in cima e sembra che la scalata non finisca più.
L'ultimo passaggio difficile |
Arrampicando arrancando |
Si vede la cima! |
Ma dopo tutta questa fatica raggiungere la sommità piatta del Roraima è come una rivelazione, l'ultimo passo staccato sui sassi si dimentica immediatamente dopo aver messo piede sulla roccia nerissima del tepui, e a questo punto ci si sente veramente qualcuno.
Missione compiuta! |
Quassù l'aria è abbastanza fredda e carica di umidità, c'è una pioggerellina sottile e incessante che ci accompagna per tutto il primo pomeriggio trascorso in cima, ma questo non ci spaventa affatto; arriviamo con gli ultimi 20 minuti di cammino al nostro "hotel" (così chiamano speroni di roccia e grotte che fungono da tettoia per i campi base dove piantare le tende), mangiamo un boccone e subito fuori a dare una prima occhiata a questo luogo incredibile, per descriverlo non so quali parole usare e quindi mi limiterò a caricare un pò di foto. Come si può descrivere un posto che non esiste?
La roccia nera la fa da padrone, tutto è scuro qua sopra, anche le piante e gli animali, in particolare ci sono delle piccolissime rane nere che non sono capaci di saltare e camminano lentamente sui sassi scuri. Ci sono corsi d'acqua creati dalla pioggia costante che rendono il paesaggio ancora più suggestivo, un pò di sabbia rosata a causa della decomposizione delle piante ma è soprattutto la conformazione delle enormi e antichissime roccie a lasciare di stucco. Tutto sembra modellato con cura da un folle e gigantesco artigiano, ci sono colonne, pinnacoli, archi, canyon, sculture che ricordano animali o piante, visi incastonati nelle pareti rocciose.
In una parola: Roraima!
Ecco un pò di foto che non renderanno mai giustizia alla bellezza mistica di questo luogo, alla sua aura misteriosa, alla sua atmosfera magica e surreale.
L'hotel |
La cucina dell'hotel |
La laguna |
Gli alieni sono tra noi? |
Jacuzzi con cristalli |
Jacuzzi 2 |
Bagno freddo |
Cammino sull'acqua! |
Sentiero di cristallo |
La nostra prima giornata di soggiorno in vetta termina qui, domani altre meraviglie ci attendono!
Hola!
RispondiEliminaThis trip is the one of my highlight in Suramerica.
I was so moved.
And I was so happy to meet you guys!
see you in Italy!!
futoshi Grande samurai.
mammamia regà che posti...impressionante...!
RispondiEliminaPS ...mitico Livio! "me so bevuto 12 ceres...burp"
Valerio
Senza parole!!! Evita di riportare o spedire a Manu la quebrada de puta :P besito espero con interés la segunda parte Ciuspy
RispondiEliminaNo hay palabras para describir, estas maravillas, adelante , siempre adelante,companeros,....veramente incredibilmente bello ragazzi e bellissime parole di commento grazie .
RispondiEliminaVuestras palabras expresan las emociones que estàn viviendo y a su vez nos emocionan grandemente........Abrazos y besos.....Stefano y Beatriz. Muchas gracias ....
Grandi ienghi, bellissimo reportage!! D'altronde quando viaggi riesci pure a camminare sull'acqua se necessario ;)
RispondiEliminaAbrazo, Perros
Daniel, hoy dia recogimos tus Rocotos, los he puesto en invernaciòn, hasta tu llegada, obviamente me quede con uno para provar, salieron muy buenos, pican mucho....cuando regreses haremos la fiesta del ROCOTO.
RispondiEliminaHermosas fotos......montanas alucinantes...flores, agua, y nubes no hay palabras para describir.
Vuestros ojos seràn los nuestros...............
Saludo afectuosos: Stefano y Beatriz.
hola Grande Samurai!
RispondiEliminanow we are in Santa Marta, tomorrow we'll go to Cartagena and next week we'll be in Medellin!
See you soon!
Bella ziobelu!
Purtroppo non c'abbiamo una foto, ma fidati era Livio in persona con la faccia sudamericana!
Hola Ciuspy
altro che quebrada qua è ora che fate da soli!
La seconda parte sta online e fra poco arriva il seguito...
Bella!
Bella Perros,
grazie doc! m'è venuto naturale!
Hola Beatriz y tio Stefano,
sono proprio felice che i rocoti sono buoni!
Il Roraima vale tutta la fatica che si fa per raggiungerlo, è un posto quasi surreale, finchè non siamo arrivati in cima non potevamo immaginarcelo!
grande ragazzi!! E' un posto magnifico e ci verrei anch'io pur di ubriacarmi di quell'acqua!
RispondiEliminaMarco Sim
Marco Sim??
RispondiEliminacomunque fattelo un giretto! ti ci puoi fa pure il bagno!