mercoledì 20 luglio 2011

Da Chichiriviche a Maracaibo via Coro

10 luglio - domenica

Dopo quasi tre giorni passati nella posada del buon Carlos (ma soprattutto di Ladys, sua moglie, visto che lui non c'è mai...) a recuperare un pò di forza vitale dopo il Roraima, finalmente ci decidiamo a salire sull'autobus per andare a Coro, sono qualcosa come 12 ore di viaggio attraversando tutta la regione di Los Llanos fino a Valencia, dove si cambia mezzo per andare a nord verso la costa.
Ce ne andiamo dalla posada che è buio pesto, c'è un black out che interessa mezzo isolato (pare che nonostante il petrolio ci sia una perenne carenza di energia nel paese, ma questa è un'altra storia) e oltretutto è anche domenica e i negozi sono tutti chiusi e le strade silenti e anche un pò lugubri, dividendo il taxi fino al terminal dei bus con Jorge, un tizio di Caracas che nell'attesa del bus appunto ci fa morire dalle risate raccontandoci aneddoti legati al suo lavoro in un hotel di buona categoria, il più divertente è quello della coppia moglie-marito ultrasessantenni che lo chiamano per il ghiaccio e si fanno trovare nudi per cercare di "abusare" di lui... Ci racconta anche altre cosette interessanti, ad esempio quando lavorava per le assicurazioni sanitarie gli capitavano una cifra di cartelle cliniche riguardanti urgenti interventi di appendicite per poi scoprire che in realtà l'intervento chirurgico da assicurare è una plastica alle tette!

Inoltre ci spiega per filo e per segno i salari della gente comune e viene fuori che un buono stipendio è circa 3500 bolivares, qualcosa come 350 euro (al cambio nero!), che bastano solo per mangiare e per la casa. Le famiglie medie campano così mentre quelle meno fortunate se la devono cavare con circa 2400 bolos... sempre meglio di chi non c'ha niente, ma anche questa è un'altra storia...

Verso le 6 e mezza saliamo su sto bus, che partirà soltanto mezz'ora più tardi, dopo i milioni di tentativi di accomodare il maggior numero di persone a bordo, la disorganizzazione regna sovrana! E detto da me...! (ma anche questa è un'altra storia!).
Il viaggio procede molto tranquillamente e arriviamo a destinazione a Valencia soltanto verso le 9 della mattina seguente...


11 luglio - lunedì

La mattinata si apre con un colpo di genio: invece di andare direttamente a Coro perchè non ci fermiamo a Chichiriviche? Che tutti ne parlano bene e soltanto a pronunciarne il nome mi scappa un sorriso?
Detto fatto, prendiamo quest'altro autobus e ci mettiamo di nuovo in marcia, ancora un paio  d'ore costeggiando spiaggie orlate di palme e arriviamo in questa piccola e tranquilla cittadina dentro al Parque Nacional Morrocoy. Col senno di poi, idea grandiosa quella di venire qui!
Ci facciamo un giro per trovare una sistemazione decente a buon mercato, dopo pranzo (pabellon marino e pescado frito) ce ne andiamo pure all'imbarcadero e riusciamo a spuntare un buon prezzo per farci portare alle isole questo pomeriggio e anche domani.

Imbarcadero di Chichiriviche




Così di corsa ci andiamo a mettere i costumi, compriamo un paio di occhialetti e torniamo all'imbarcadero a cercare il tizio che ci ha fatto la proposta, però lo troviamo già brillo, ci dice che oggi è il suo compleanno e ci manda con un altro pischello.
E come per magia, dopo solo 5 minuti di navigazione su una lancia saltellante sulle onde, ci ritroviamo in quest'oasi in mezzo al mare, un'isola minuscola chiamata Cayo Peraza.

L'isola è talmente piccola che si riesce a fare tutto il giro in due soli minuti! Ci sono un pò di arbusti e addirittura un paio di palme svettanti, separati dal mare soltanto da un sottile anello di sabbia bianca. Tutto intorno mare dai colori sfavillanti, roccie e formazioni coralline, a dire il vero qua sono abbastanza rovinate e abbiamo paura a nuotare troppo lontano dalla riva, siamo pur sempre in mare aperto!

Il tempo di farci un bagno, ammirare un pò di pesci dei quali uno mozzica anche i piedi di Giuliano (!) e farci il giro dell'isola rimanendo a bocca aperta quando ci troviamo davanti  l'albero preso come punto di riferimento per la "circumnavigazione", che avevamo lasciato alle nostre spalle solo due minuti prima! Insomma dopo tutto questo una lancia si viene a prendere pure gli altri 3 turisti che affollavano, è proprio il caso di dirlo, Cayo Peraza, e rimaniano soli, come pirati abbandonati dopo un ammutinamento.

Caribe!!

Da Cayo Peraza miranco Cayo Muerto





Caribe!




Aahhhhhhh!

Banzai!!


12 luglio - martedì

Questa mattina sveglia presto, andiamo a Cayo Sombrero! Pranzo al sacco pronto, recuperiamo  la coppia che abbiamo incontrato ieri per condividere la spesa della barca e subito a saltare sulle onde!
La lancia salta sul mare che è una bellezza, tanto che la signora che è sulla barca con noi  si tiene il ragazzino stretto stretto al petto e ogni tanto lancia dei gridolini di sgomento seguiti da preghiere quando prendiamo le onde di lato e l'impressione è quella di ribaltarsi.

Però anche oggi arriviamo sani e salvi sulla spiaggia di Cayo Sombrero, o meglio su una delle spiaggie. Non ho mai visto niente di simile prima. Una distesa di palme fa da sfondo a una striscia di sabbia candida e a un mare dalle acque cristalline e colorate. Scendere sulla spiaggia è sbarcare in un paradiso terrestre. Le foto non renderanno mai giustizia a questa meraviglia, mi dispiace, e soprattutto non possiamo fotografare quello che troviamo sotto il pelo dell'acqua! Tutta l'isola, questa abbastanza grande ma non tanto da non essere esplorata in lungo e in largo in mezza giornata, è circonadata da splendidi coralli attraversati da enormi branchi di pesci colorati, ai quali si può nuotare accanto meravigliati da tanto splendore.




Sbarcando a Cayo Sombrero













El mono






Trascorriamo tutta la giornata a Cayo Sombrero, a nuotare nella barriera corallina, dove l'acqua è caldissima, a prendere un pò di sole camminando da una spiaggia all'altra, ad ammirare le bellezze entusiasmanti dell'isola.

Torniamo a Chichiriviche verso sera, stanchi, abbronzati e contenti.


13 luglio - mercoledì

Mattina viaggio verso Coro, ancora su una buseta con la musica a cannone, cosa che sto odiando dal profondo del cuore su quel particolare mezzo di trasporto che è questo furgone a metà tra un autobus di linea e un micro, che non ha l'aria condizionata ma in compenso su ogni mezzo si può trovare un impianto con tanto di luci intermittenti pompare a tutto volume delle canzonette neomelodiche, smielate, snervanti con la vocetta dei cantanti, quasi meglio Gigi D'Alessio...

Insomma prendiamo questa buseta e all'ora di pranzo siamo a Coro, cittadina coloniale popolata da studenti e decisamente più viva di tutte le città che abbiamo visitato finora, ma prima di farci un giro in città andiamo a lasciare i bagagli in un bellissimo ostello gestito da una signora che ci racconta i suoi trascorsi da studentessa a Roma, e subito, visto che è l'orario più consono, facciamo una capatina a Los Mèdanos, un altro posto incredibile soprattutto considerando che comincia appena 500 metri dopo una strada cittadina piuttosto trafficata!
Iguane in plaza Bolivar

La casa de los pajaros

 


Mèdanos è un piccolo deserto costiero che si apre tra la città e il mare e divide la terraferma da una penisola che si protende nel mar delle Antille.
Il paesaggio è entusiasmante: dune di sabbia a perdita d'occhio da una parte, dune di sabbia con palazzi sullo sfondo dall'altra... camminando verso l'interno e scendendo negli avvallamenti modellati dal vento si ha l'impressione di essere in pieno al deserto, nel completo isolamento. Però con dieci minuti di cammino si rientra in città, come da un portale magico che ti fa attraversare migliaia di chilometri in un battere di ciglia.













Hambre??





All'uscita del parco desertico facciamo un piacevole incontro con la cocada, alla Gran Cocada. Si tratta di una bevanda al cocco dal sapore divino e rinfrescante! Anche questa, come il papelòn, rischia di diventare una dipendenza!

Cocada

Mamma mia quant'è buona!



14 luglio - giovedì

Visitiamo il centro cittadino, che devo dire mi piace parecchio, niente di particolarmente appariscente però si respira un'aria più leggera (anche se il caldo qua è veramente soffocante), c'è musica dappertutto e le strade sono piene di gente. L'architettura coloniale si vede bene, possiamo anche entrare in alcune casonas, gironzoliamo senza mete particolari bevendo papelòn e assaggiando dulces de leche.
Inoltre abbiamo la fortuna di beccare la cerimonia in Plaza Bolivar che celebra la dichiarazione d'indipendenza e la città è piena di bandiere e di militari in parata...
Cerimonia in plaza Bolivar

Collezione di auto d'epoca n.1






Collezione di auto d'epoca n. 2

Collezione di auto d'epoca n. 3

Collezione di auto d'epoca n.4

Venditore ambuante


Facciata del terminal


Nel pomeriggio ci facciamo un altro viaggietto fino a Maracaibo, dove passeremo la notte per passare il giorno seguente in Colombia, dalla cittadina di frontiera di Paraguachòn.
A Maracaibo non ci fermiamo che per dormire, facciamo soltanto in tempo a mangiare in una zozzissima bancarella carne alla brace, chorizo, puerco e chinchorio (una frattaglia molto saporita che potrebbe essere qualsiasi cosa per me) e subito a nanna, domani si va in Colombia!
Il lago di Maracaibo

Vista sul mercato dal balcone dell'hotel







Ultima colazione venezuelana




3 commenti:

  1. Que lindas playas ...que transparencia del agua...ho, sonno...tengo sueno......buenas noches chiquillos,no se coman la fauna Venezolana.....por favor..

    Feliz ingreso en Colombia..y a bailar la cumbia........ Stefan y Beatiz.

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  2. Ciao ragazzi, sono Marnie della "Posada La Casa de los Pajaros", il vostro albergo a Coro, grazie per dire delle belle cose su nostra posada..cercate di entrare al nostro acconto facebook: "La Casa de los Pajaros", abbiamo pubblicato delle fotografie vostre, saluti ed speriamo la vostra visita facebook, a rivederci!

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  3. hola Marnie!

    non devi ringraziarci, la vostra posada è una delle migliori che abbiamo trovato in venezuela!

    siamo entrati nel vostro account facebook, a presto!

    ciao, buon lavoro e buona fortuna!

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