mercoledì 3 agosto 2011

Cartagena e dintorni. 19 - 22 luglio 011

Lasciamo Santa Marta in una calda mattinata in direzione sud, destinazione Cartagena.
Descrivere quanto è bella questa città è difficile, si tratta di un luogo dove, se si riesce per un attimo a non vedere la miriade di turisti, il tempo si è fermato all'epoca coloniale, il centro storico è talmente affascinante e romantico da lasciare senza parole.



Troviamo velocemente una sistemazione nel quartiere di Getsemanì, zona a ridosso del centro città vero e proprio, anch'esso costituito da palazzi in stile coloniale e pianta a scacchiera.
A portarci i saluti di Cartagena è Fredy, il classico "cacciatore" di turisti, che prima ci fa fare il giro degli alberghetti economici e poi si rivela nella sua vera natura offrendoci qualsiasi cosa desideriamo: donne, blanca, yerba, gripe, locali notturni, escursioni in zona e/o in città, insomma  di tutto un pò...
Naturalmente facciamo buon viso a cattivo gioco, dopotutto ci ha fatto trovare una stanza decente a un prezzo ragionevole a 5 minuti di cammino dalla porta della città amurallada...

Che spettacolo ragazzi miei! Lasciati in fretta gli zaini in albergo ce ne andiamo subito a fare un giro nella città vecchia,  dove troviamo parecchio movimento e parecchi (leggasi troppi!) turisti. C'è addirittura un gruppo di ragazzi subito dietro la porta del reloje che si esibisce in balli e musica caraibici con tanto di strumenti a percussione e vestiti multicolore.

L'antico abitato di Cartagena era ricco come e forse più di oggi, essendo la porta dei commerci tra il Vecchio e il Nuovo Mondo, ed era composto dalla città vecchia e dal quartiere di Getsemanì, entrambi dotati di possenti fortificazioni e da una cinta muraria a difesa dalle scorrerie dei pirati, che in più di un'occasione riuscirono a saccheggiare e distruggere la città, finchè non furono costruite le mura, appunto, e i forti imponenti che la difendono sia dagli attacchi via mare che da quelli portati via terra.
Addirittura uno dei canali di accesso alla baia fu parzialmente ostruito da un muro sottomarino che impedisce ancora oggi la navigazione.
La ricchezza dei tempi passati si riflette nella sfarzosità e bellezza degli edifici e delle piazze che oggi possiamo ammirare a bocca aperta.

Pegaso del Muelle de los Pegasos

Fuori delle mura





L'immancabile Plaza de Bolivar






El Che

Tramonto sulla muraglia


Notturno amurallado

Cocco con frutta


La Puerta del Reloj di notte si accende colorosa

Il primo e il secondo giorno di permanenza li trascorriamo dentro la città vecchia, girando in lungo e in largo per le calli soleggiate, le piazze e le mura, bevendo come cammelli per la forte calura (succhi di frutta spettacolari come il lulo e la guanàbana e limonate a iosa) e spizzicando frutti multicolori dai venditori di strada, su tutti il mango condito con sale e limone.

Purtroppo a contaminare l'atmosfera ci sono tutti questi gringos e tutti questi "dottori del naso" che continuano a offrirci donne e cocaina a ogni angolo.

Il giorno seguente me ne vado da solo al castillo de San Felipe, il forte che difende Cartagena dal lato "terrestre", perchè Giuliano sta ancora accusando la seratina di ieri con Mirko, un tizio che è arrivato da queste parti come aiuto cameraman per l'isola dei famosi e ci è rimasto (la vita notturna da queste parti non è niente male!).






Nel tunnel...

Dopodichè andiamo insieme  a farci una passeggiata fuori dagli itinerari turistici raggiungendo a piedi il mercato Bazurto, dove gli stranieri arrivano  raramente, per osservare un pò più da vicino la vita reale dei Cartagenos.

Pescatore nel canale zozzo

Attraversiamo mezza città fino al mercato, che altro non è che un dedalo immenso di bancarelle di qualsiasi cosa, dalla frutta agli animali, dalla carne al pesce, dalla chincaglieria agli oggetti d'artigianato.



Gasperino!




Ci fermiamo qui per il pranzo, osservando il viavai di gente e anche, purtroppo, parecchi di quelli che chiamiamo con un pò di dolore al cuore "zombi", persone a cui rimane ben poca umanità, mangiata e corrosa dal crack e dalla vita di strada, basta uscire un attimo dai percorsi del mercato ed entrare in qualche zona meno battuta per farsi venire la pelle d'oca, qualcuno dorme tra gli scarafaggi, qualcun'altro fissa lo sguardo vitreo sul muro...  E' il "controvalore" a tanta bellezza del giorno prima, lo stomaco si stringe per la rabbia e la compassione, l'unica domanda è come può un essere umano perdere tutta la sua essenza in  questo modo...

Per fortuna il mercato è talmente interessante da farci lasciare alle spalle i cattivi pensieri e Giuliano trova anche il tempo, prima di andare via, di farsi tagliare i capelli alla colombiana, cioè lunghi dietro e rasati ai lati, da un tizio che  del barbiere ha soltanto il rasoio... devo dire però che il risultato non è niente male.



Torniamo verso lidi più tranquilli, stavolta con un autobus (e dobbiamo pure farci fare lo sconto perchè abbiamo speso tutto quello che avevamo!) trovando il tempo di girovagare per Getsemanì, che non è la città vecchia ma ha un suo fascino decadente tutto particolare.

Discoteca a Getsemanì

Il vecchio teatro

Calle de la Media Luna



Sulle mura di Getsemanì

Dalle mura di Getsemanì mirando Bocagrande, il quartiere in della città


Mirando el Castillo de San Felipe



Lasciamo per l'ultimo giorno da queste parti un'esperienza finora unica: il bagno di fango dentro la bocca di un vulcano in miniatura!
Qualche decina di chilometri fuori Cartagena c'è questo vulcano di fango, chiamato El Totumo, che anzichè eruttare lava bollente, produce fanghiglia tiepida! Naturalmente non ce lo lasciamo scappare e andiamo a vedere cosa si prova a nuotare con  il "lodo" fino al collo... Per questa volta partecipiamo a un'escursione organizzata, costa poco e ci evita qualsiasi scocciatura, addirittura ci vengono a prendere sotto l'albergo!

Andiamo al Totumo con una decina di altre persone, tutti colombiani (per lo più di Bucaramanga) e una ragazza italiana, la prima in anni di viaggi che incontro, in giro per il mondo in solitaria, Elena da Varese.
Il vulcano ha proprio la forma di un vulcano, con il cono e la bocca in cima, soltanto che è piccolo (saranno una quindicina di metri al massimo) e fatto tutto di fango secco!
Ci arrampichiamo in cima e ci infiliamo dentro, ci dicono che il fango arriva fino a due chilometri circa di profondità e che  possiede notevoli proprietà benefiche, ma tutto questo passa in secondo piano non appena scopriamo che è impossibile affondare... E' una sensazione incredibile, i piedi non appoggiano su una superficie ma non è necessario "nuotare" per rimanere a galla, la viscosità del fluido fa si che si affondi soltanto fino al collo, rimanendo come sospesi.


Panorama dalla vetta del Totumo

Lasciateme perde!!

... qualcuno direbbe che è un'ammucchiata





Senza dubbio è una delle esperienze più strane e particolari che abbiamo mai vissuto, sembra quasi di riuscire a sconfiggere la forza di gravità come astronauti nello spazio...

Anche qui ci sono un mucchio di "figure professionali" inventate ad hoc: c'è quello che scatta le fotografie e che associa a ogni persona una macchina fotografica tra tutte quelle che tiene in braccio, c'è quello che fa i massaggi, c'è il (non so come chiamarlo) tizio attaccapanni che conserva occhiali da sole e tutto ciò che non ti puoi portare dentro la bocca del vulcano e ci sono addirittura le matrone che ti lavano via il fango nella pozza d'acqua dolce adiacente il Totumo...

Di ritorno dal vulcano ci fermiamo a mangiare un pò di pesce in un pueblito rustico

Cartagena potrebbe essere un buon posto in cui vivere, bella gente, bella città, parecchio da fare e da vedere, estate tutto l'anno... tutto inspira un sorriso appena ti alzi dal letto la mattina...
Ah... caribe!

3 commenti:

  1. quella non pare ma è un'ammuchiata hahaahhaha ciao belllliiiiiiiii divertiteve

    p.s. giuliano....sei sempre il piu matto cazzo andare dal pinori prima di partire no èèèèèè.....hahahah
    hasta
    gabry

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  2. non ci sono parole per commentare! vi vogliamo bene. un bacione un abbraccio zia mariella e zio cesare gemma

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  3. Ragazzi oggi per la prima volta mi sono gustata tutta la vostra avventura... tra lacrime e sorrisi mi sono resa conto che è veramente meravigliosa!!! Vi abbraccio forte, un bacio immenso "cugina Alessia".

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